Foro di Traiano


Una volta abbattuta la collina il foro viene costruito, in questo caso la piazza ritorna ad essere protagonista, ci sono i motivi delle esedre (apparsi nel foro di Augusto), però il modo e la sequenza con cui appaiono gli elementi crea un movimento inusuale (rispetto all’unidirezionalità che abbiamo visto nei fori precedenti), creato da tutta una serie di cambiamenti di assi durante il percorso ma anche grazie ad una serie di livelli con una sorta di movimento ascensionale che serve a rendere culminante il percorso. Si entrava da un ingresso colonnato quadrato che immetteva dentro la grande piazza con al centro una grande statua equestre di Traiano e lateralmente porticata (in alzato simile al foro di augusto), attraversava la piazza fino ad incontrare la parete della struttura della basilica Ulpia (che si pone trasversalmente all’asse principale), dopo si incontra la parete diaframmata dalla quale si poteva vedere la base della famosa colonna traianea dove era raffigurata l’impresa della sottomissione dei Daci (che fino ad allora avevano dato filo da torcere ai romani, dopo la conquista paradossalmente i Daci assimilano molto dai romani). 
Questa disposizione spaziale così particolare crea una situazione particolare molto in linea con le tendenze spaziali dell’epoca però pone una serie di interrogativi per quanto riguarda la fonte di ispirazione di questo modulo adottato, la giustificazione principale è il rimando alla vita di Traiano, un imperatore molto legato alla vita militare, quindi abituato alla vita di campo, che per i romani aveva delle regole ben precise, infatti quando si accampavano i romani si disponevano seguendo un’ordine prestabilito dove la tenda dell’imperatore si poneva trasversalmente alle tende dei dignitari e dietro la tenda erano disposti degli ambienti che fungevano da archivi, mentre al centro le insegne imperiali. Traiano traduce un’impianto mobile in uno stabile in pietra, ma non si tratta di una semplice trasposizione perché l’impianto sottende un messaggio ideologico preciso, quello di richiamare i romani ad una vita sana, che secondo Traiano era quella militare, infatti riteneva che la vita di quell’epoca (della prima età imperiale) era piuttosto dissoluta, principi che Traiano collega alla vita militare e ai periodi più antichi come quello repubblicano (vuole comunicare che quando i romani erano di sani principi erano riusciti in grandi cose; un atteggiamenti che gli imperatori spagnoli hanno, anche Adriano). 
 In questo caso nel piano attico, allo stesso modo di Augusto, sopra le colonne si trovano i Daci sottomessi e le figure più importanti di Roma, tutto costruito con marmi molto preziosi. 
La basilica è molto grande, si tratta infatti di cinque navate, ma ciò che è importante è che è trasversale all’asse principale e termina con due esedre sui lati corti (anch’essa ricca di marmi molto diversificati e con un disegno ben preciso); dalla basilica è possibile vedere l’ambiente della colonna e a fianco della colonna si trovavano le biblioteche greca e romana. 
Adriano per deificare il padre aggiunse nella zona posteriore una parte ancora più sopraelevata che è una grande piazza circondata da due corridoi voltati a botte (da una parte muro continuo e dall’altra le colonne); punto di congiunzione il tempio dedicato a Traiano.

Nessun commento:

Posta un commento