Le residenze imperiali

Inizieremo analizzando le residenze imperiali che si trovano a Roma, per poi spostarci nei pressi di Roma (a villa Adriana a Tivoli) e poi i palazzi imperiali che si trovano nelle provincie (primo fra tutti quello di Salonicco e Costantinopoli); il percorso comprenderà l’esame della Domus flavia sul Palatino, la Domus Aurea di Nerone, Villa Adriana e i due palazzi palazzi; prima però bisogna introdurre delle premessa relative al Palatino, nel quali sono presenti una serie di esempi che preannunciano attraverso i loro schemi compositivi i caratteri delle grandi residenze imperiali.
Volendo immaginare il Palatino con una distinzione d’uso possiamo senza dubbio affermare che il Palatino fu da sempre un luogo destinato alla residenza; l’area corrispondente al primo insediamento lo chiamiamo germalum (che si distingue dalla parte più alta del colle che chiamiamo palatium), mentre la zona che va verso il forum si chiama velia; tra queste zone le prime che vengono urbanizzate sono la regia, a stretto contatto con la via sacra, sul quale iniziava il tratto dritto della via, prima di svoltare in corrispondenza della porta mugolia; mentre la parte del germalus era anch’essa molto antica perché era quella a diretto contatto con il punto di incontro delle etnie che si trovano nel foro boario (identificato come il nucleo primigenio della città in quanto qui si verificava il commercio del sale), oltre a questa presenza l’importanza delle pendici del germelus è data dal fatto che in questa area era presente il lupercale (quello della leggenda di Romolo e Remo), inoltre era importante per la leggenda di Ercole che aveva liberato dalla presenza del Caco (quindi tutti questi elementi aveva portato alcuni abitanti ad occupare l’area); mentre tutto il resto fino al momento in cui viene fondata Roma è del tutto deserto, fino al progetto di Romolo con la sua Roma quadrata. 
Con l’inizio della repubblica (a partire dal VI secolo a.C.) tutta l’area rimanente inizia ad essere occupata da una domus, quindi case patrizie che erano abitate dalle classi più ricche, in particolare le famiglie senatoriali, erano infatti poste in maniera tale da dominare da una parte il Tevere e dall’altra il foro (quindi molto comoda dal punto di vista della posizione); le fonti parlano di numerosi personaggi illustri che scelgono questa area per il loro luogo di residenza (lo stesso Cicerone lo dice nelle famose lettere di Attico).
Tuttavia la maggior parte delle domus fin qui esistenti sono andate distrutte perché in epoca imperiale vennero abbattute per la costruzione di progetti grandiosi per ospitare i grandi palazzi imperiali, alcune addirittura sono state tagliate di un piano per costituire una base di appoggio per le aree sovrastanti
Quindi intorno al III secolo quasi tutta l’area era occupata da domus, intorno al II secolo l’area si arricchisce di un’altra emergenza architettonica rappresentata da un tempio (unico elemento con una destinazione d’uso diversa dal quella residenziale; questo tempio per la popolazione romana aveva un grande significato perché dedicato alla grande madre, un tema molto caro nel mondo ellenistico, come matrice della popolazione o come portatrice di fertilità; che coincideva con la dea Climene asiatica, infatti il suo culto era molto vissuto anche nel mondo repubblicano), l’occasione di questo evento fu dato dalla pestilenza che colpì Roma (intorno alla dine del III secolo), infatti consultata la Sibilla fu riferito ai senatori che la calamità sarebbe cessata se avessero portato un cimelio dal santuario della dea che si trovava in Frigia e sul luogo sul quale viene deposta il cimelio (che poi era una pietra del tempio) viene innalzato il tempio, che è un semplice tempio ad ale(anche questo tempio, come quello di Giove Massimo, riceve le cure ed attenzione da parte di tutti gli imperatori che si susseguirono al punto che le strutture stesse furono rinnovate con materiali sempre più preziosi, da calcareo a marmo a partire dall’età augustea). La presenza di questo tempio diventa un’elemento di richiamo e anche la densità accresce determinando l'urbanizzazione dell’area prossima al germalus (ai piedi del Palatino) che consiste nella costruzione di insule simili a quelli che saranno nei mercati traianei (insulae per le classi più borghese), un caseggiato enorme con più di 1600 ambienti. Anche la zona vicino al lupercale diventa zona di richiamo dove si tenevano manifestazioni religiose per la dea Climene, a fianco vi era il luogo nel quale i sacerdoti interpretavano effettuavano i sacrifici per interpretare le sorti della città; un posto molto importante della Roma repubblicana ed ancora vi erano altri ambienti che erano cisterne che erano legate al primo nucleo della città, costituito da una serie di capanne (di età pre-regio, costituite da pali conficcati nel terreno e ricoperti con rami ed argilla, vennero poi ricoperte per creare l’area dei sacrifici) dove è presente la scala caci, che collega la parte alta del palatino con il foro boario. Questa è quindi la situazione in età repubblicana.

Residenze imperiali:
  1. La Domus di Ottaviano Augusto
  2. La Domus di Tiberio
  3. La Domus transitoria e la Domus Aurea di Nerone
  4. La Domus dei Flavi
  5. La Villa di Adriano a Tivoli

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