I teatri romani


I santuari laziali sono anche importanti perché in essi comincia a sperimentarsi un modo per costruire una architettura dedicata allo spettacolo; già i greci avevano degli edifici dedicati a alle rappresentazioni teatrali, anzi per i greci il teatro era importantissimo perché contribuiva allo sviluppo della persona e della società; per la lo costruzione gli architetti greci sfruttarono sempre la pendenza naturale del terreno, non era quindi un’edificio chiuso e aveva un rapporto con l’ambiente circostante (era comunque un’edificio imprescindibile). I romani hanno una mentalità diversa dai greci (perché avevano basi culturali diverse) e quando ne entrano in contatto (intorno al 140-150 a.C.) non era molto contenta sopratutto la classe aristocratica conservatrice (legata al mos maiorum); in generale i romani sino al I secolo a.C., fino all’età Pompeo, si oppongono anche con la legge alla costruzione dei teatri (perché hanno paura che possano rappresentare dei luoghi in cui la gente si riunisce per organizzare dei moti sovversivi ed alterare lo stato sociale), senonché dopo la conquista della Grecia entrano nella società come schiavi molte persone provenienti dalla Grecia (tra cui personalità di un certo rilievo ed entrano per esempio a far perte del circolo degli Scipioni) la società si divide in conservatori e coloro che cercano di favorire l’ingresso della cultura greca senza che questa vada a soppiantare la cultura romana. Grazie all’opera di alcune famiglie illuminate alcuni autori greci hanno la possibilità di scrivere a Roma e di trasmettere le loro conoscenze. Con Plauto inizia una nuova tradizione teatrale che non prende in considerazione solo l’aspetto religioso ma anche una serie di altri valori che i greci possedevano; in un contesto del genere è necessario costruire degli edifici adatti ed intorno al 55 a.C. viene costruito il primo teatro in muratura, nella zona del campo Marzio dove venne creato l teatro di Pompeo. Il teatro romano non poggiava sul terreno e ha la cavea (cioè la gradinata) completamente sorretta da sostruzioni e strutture voltate.
Il teatro è uno dei tipi edilizi più rappresentativi della civiltà romana (appena si fondava la città se ne disegnava il perimetro) e diventano molto spesso un mezzo di propaganda, dove la decorazione architettonica (che potevano essere maschere teatrali o statue) avevano lo scopo di far conoscere ai provinciali i volti dell’imperatore e della famiglia regnante, era quindi uno strumento per legittimare il potere dell’imperatore agli occhi dei sottomessi, era uno dei mezzi utilizzati per la romanizzazione.
Il primo teatro costruito a Roma fu quello di Pompeo, come abbiamo detto, l’edificio teatrale romano è un’edificio urbano che si stacca da quello che si trova intorno ed in questo caso era presenta una grande piazza chiusa da portici (richiamo ellenistico) e per vincere l’ostilità nei confronti dell’architettura teatrale Pompeo decide di costruire il tempio di Venere Vincitrice e dice che la gradinata era funzionale ai fedeli (però in questo caso le proporzioni sono ribaltate, diventando preponderante la cavea), del treatro di Pompeo c’è rimasto poco o niente.
La gradinata si chiama cavea e si suddivide in livelli (a seconda della grandezza in ima cavea, media cavea e summa cavea), la zona in basso semicircolare si chiama orchestra (quella che in Grecia ospitava il coro e alle azioni teatrali), si trova poi il palcoscenico e tutta la struttura retrostante (che poteva essere articolata in due o tre ordini) è detta scene frons (oppure frons scene) cioè la fronte della scena e proprio in questa zona che artisti ed architetti agivano per rendere il teatro un mezzo di propaganda politica; in questa zona si trovano le valve, quella centrale era la valva regia, mentre quelle laterali valve hospitalis. In cima alle gradinate di trovava la summa cavea, un porticato che si sviluppava nella parte alta della cavea.
Il problema più interessante è vedere come si reggeva la cavea e lo vediamo nel teatro di Marcello (in parte sopravvissuto); la cavea è sorretta da una serie di muri radiali, ovvero setti murari convergono tutti in un’unico punto e seguono il raggio della semicirconferenza del teatro. Ciascuno di questi muri, oltre ad ospitare le scale per l’accesso ai vari livelli della cavea, hanno una particolarità, ovvero sono connessi tra loro da una serie di volte a botte, il vantaggio è che si controbilanciano a vicenda, fino a dove si incontrano altri edifici (in genere della basiliche) che vanno a controbilanciare la loro spinta. Per chiudere il tutto e per dare una soluzione architettonica, strutturale e funzionale, gli architetti studiano un corridoio semianulare che è ortogonale a ciascuna delle volte a botte che abbiamo citato, quindi chiede tutti i raggi delle volte a botte che vanno a chiudere gli anelli e per controbilanciare la forza della nuova volta a botte aggiungono una serie di archi che permettono l’accesso al teatro (che sono le arcate che noi vediamo in prospetto e che troveremo moltissime architetture); si tratta quindi di un sistema di volte a botte in equilibrio intrinseco.

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