Introduzione all'architettura romana


Il periodo storico che andremo ad analizzare è molto vasto perché comprende un arco temporale che va dalla cosiddetta età pre-regia fino alla caduta dell'impero romano, l'età pre-regia (che va dal XII secolo fino alla fondazione di Roma avvenuta il 21 aprile del 753 a.C.) è quel periodo che non potremmo definire storico in senso stretto ma è un periodo legato al mito, infatti di questo periodo vengono solo riportate leggende (soprattutto riportate da Tito Livio con la sua “Historie”) e non delle testimonianze concrete. Con il 753 inizia la cosiddetta età regia che vede al potere i famosi sette di Roma che regnano fra il 753 ed il 509, periodo molto vasto che si divide in un primo periodo dei primi quattro re, che erano Sabini od Latini (quindi si può dire che i re erano locali) e gli ultimi tre che sono Tarquini (che provenivano dall’Etruria); tra questi due momenti si riscontra anche una differenza nella gestione del potere poiché possiamo dire che la prima fase era ancora di assestamento (che vede la maturazione del processo di formazione della città) mentre nella seconda si assiste alla crescita politica ed urbana della città attraverso tutta una serie di infrastrutture (che riguardano prevalentemente della bonifica dei terreni paludose e anche la costruzione di mezzi di collegamento). Dopo il 509 (data convenzionale che coincide con l'esilio di Tarquinio il superbo) si arriva alla istituzione della cosiddetta Repubblica, periodo che arriva fino al 37 a.C., data convenzionale che coincide con l'ascesa di Ottaviano e la conseguente formazione dell'impero, anche se Ottaviano non volle mai essere chiamato imperator (considerato un termine troppo forte) ma princeps; il titolo di imperator lo assunse il figlio adottivo Tiberio, quindi per essere più precisi dovremmo dire che l'età imperiale va dalla presa del potere di Tiberio fino al 753 d.C., in questo periodo conosceremmo molti imperatori legati soprattutto ai temi dell’architettura (Adriano, Diocleziono, Caracalla, eccetera).
Come possiamo capire l'architettura romana che andremo ad analizzare è molto diversa da quella greca, infatti mentre in quella greca abbiamo sempre visto una sorta di filone conduttore che si muove sempre lungo la stessa direzione, raccogliendo volta per volta eredità ma senza mai uscire da questo filone principale; l'architettura romana invece si presenta come un'architettura multiforme ed variegata, una architettura che accoglie in maniera molto disinvolta tutte le influenze con le quali viene a contatto, questo certamente entra nella mentalità dell'uomo, ma certamente deriva dal fatto che i romani non avevano quella tradizione di cui i greci potevano vantarsi. I greci infatti giungono alla fase arcaica attraverso momenti molto intensi (come il periodo geometrico e proto-geometrico) che avevano creato un substrato culturale importante, quindi quando i templi iniziano ad assumere una dimensione concreta che era già una substrato culturale notevole, fenomeno che non possiamo riscontrare nei romani poiché erano delle popolazioni pressoché incolte più che altro di tradizione contadina e guerriera (gli unici legami che avevano con il mondo culturale di allora erano gli etruschi, che avevano una matrice asiatica e ripetevano una organizzazione simile alle poleis, e la Magna Grecia).
 Il nucleo primigenio di quella che poi verrà chiamata Roma si trovava lungo la via fluviale rappresentata dal Tevere ed in particolare in corrispondenza dell’ansa dove si trova l'isola Tiberina; questa via fluviale era fondamentale per questa popolazione che precede ancora la fondazione di Roma perché era una via lungo la quale avvenivano i trasporti delle sale (una minerale importantissimo per questa popolazione particolarmente dedita alla pastorizia). In corrispondenza della riva del fiume vicino alla punta dell’isola Tiberina si trovava uno dei punti più vitali per quanto riguarda il commercio (nei pressi del Velabrum), infatti in questa posizione si trovavano il Foro Olitorio (il mercato della frutta e verdura) ed il Foro Boario (dove venivano venduti gli animali), anche se in quest'epoca non si chiamano né con l'uno né con l'altro nome, tuttavia questa zona sempre conservato questa vocazione commerciale. Nel momento in cui stiamo parlando questa fascia di terreno è il punto d'incontro di popolazioni di diverse etnie (Sabini, Latini, Etruschi ed anche Greci) in cui si riscontra una relazione tra le varie etnie senza che ce ne sia una che prevalga sull'altro, legati da motivi di natura commerciale (la conoscenza di questi fatti che deriva dal alcune fonti ma soprattutto dei resti di ceramica che sono stati trovati alle pendici del colle Palatino), tra l'altro quest'aria che si trova alle pendici del colle Palatino era abitata dagli Arcadi, una popolazione del Peloponneso (come è noto dall’Eneide), un luogo quindi molto legato al culto di Eracle, una venerazione dovuta dal fatto che ancor prima che fosse fondata Roma era una zona rese visibile dalla presenza del mostro Caco, al quale era stato ucciso da Eracle; leggenda che aveva anche determinato la formazione di alcune strutture architettoniche che ricordavano questo dio, soprattutto al centro di quest'area viene costruita una grande ara maxima (l’altare di Eracle), che attualmente non esiste perché è stata inglobata in una chiesa (quella della bocca della verità), e il tempio erroneamente chiamato di Vesta, simile ad un monoptero greco.
Questa area commerciale, come abbiamo detto, si trova alle pendici di due colline, una è il Palatino e l'altra è il Campidoglio, quelle che potremmo definire le colline più importanti di Roma perché qui si trovano le testimonianze più antiche della città e anche i monumenti più emblematici. Questi colli, insieme agli altri, sono separate tra di loro da vallate attraversate da torrenti che creavano delle aree paludose poco salubre e soprattutto non agevolavano il processo di integrazione tra i pochi villaggi che abitavano questi colli (raramente si univano per formare una forza unica). In particolare il Campidoglio (che durante gli anni era sempre una funzione associabile a quella che aveva l’acropoli, rocca difensiva e centro sacrale) è costituito da due colline più piccole separate da un avvallamento, il colle più grande e più alto costituisce il vero proprio Campidoglio (dove sorgerà il tempio di Giove capitolino), mentre l'altro colle è quello che viene chiamato Arx (che in latino significa cittadella), una zona fortificata; tra questi due colli di trovava l’Asilum, ovvero luogo dove si poteva chiedere asilo politico (questo avvallamento verrà poi riempito e costituirà la base della famosa piazza del Campidoglio di Michelangelo), la continuazione della via che parte dall’Asilum è quella che poi verrà definita la via sacra che condurrà al foro romano; mentre più a sud dei colli si trovava il primigenio nucleo di quello che diventerà poi il Circo Massimo.
A diretto contatto con l'area commerciale che abbiamo visto alle pendici del Palatino troviamo un luogo fondamentale del processo di formazione della città perché nel bosco prossimo a quest'aria si trova il lupercale, ovvero la grotta dove Romolo e Remo vennero allattati dalla lupa dopo esser stati abbandonati sul più ritrovati da un abitante della zona (uno luogo considerato sacro in ogni età). Il colle Palatino è molto ripido dalla parte del lupercale, mentre una volta arrivati in cima si ci trova di fronte ad una zona pianeggiante più alta che pian piano degrada verso il foro, la zona più alta si chiama Palatius, mentre la zona più degradante si chiama Germanus. La funzione che queste due zone hanno è pressoché costante degli anni, infatti sono aree con vocazione residenziale fin dal momento in cui viene fondata la città di Roma, si tratta però non di residenze popolari ma di alto livello dedicate alle classi più abbienti (questo è giustificabile con il fatto che ai suoi piedi si trovava il foro), in particolare senatori che abitavano le loro domus (residenze molto ampie e spaziose), in contrasto con il resto dell'edilizia popolare al di fuori di questo colle, caratterizzato dalle cosiddette insule (residenze destinate alla popolazione povera, costruite con materiali poveri come il legno) che si trovavano a nord del Palatino, un’area densamente abitata.
 Il primo segno di urbanizzazione della città coincide con la fondazione vere proprio di Roma che avviene nel 753, questo evento segna la creazione della cosiddetta Roma quadrata, ovvero secondo la tradizione narrata da Tito Livio Romolo dopo aver ucciso il fratello provvede alla fondazione di Roma e con un aratro solca il perimetro (chiamato Pomerium che coincide al themnos greco) della nuova città che coincide con il contorno del colle Palatino (indicando anche gli eventuali accessi), un luogo considerato sacro all'interno del quale non si poteva entrare armati ed era uno luogo nel quale si godeva di certi privilegi se si era considerati degni di abitare questa collina (come l'esenzione di pagare tasse e soprattutto godevano di una protezione da eventuali attacchi nemici). Si trattava comunque di una città piccolissima ridotta ad una sorta di necropoli che occupava tutto il pianoro del Palatino ed era collegata con la zona commerciale attraverso una scale chiamata Scala Caci (che evoca il nome del mostro), ed alla zona commerciale era possibile arrivare al foro attraversando il Velabrum attraverso due vie chiamate Vicus Iugarius (tracciata durante il regno dei primi quattro re) e Vicus Tuscus o via dell’incenso (creata dai re etruschi), che evitavano di camminare nell’acqua. Tornando sul Palatino, la zona residenziale (che poi equivaleva a circa 16 ettari) era collegata direttamente al foro per mezzo della porta Romanula, mentre esisteva un’altra porta chiamata Mugolia (un nome di derivazione medioevale), perché un'area destinata al pascolo. Romolo inoltre tenta anche di creare un sinecismo con i villaggi vicini e vi riesce, tanto che ogni anno l'alleanza viene rinnovata attraverso una processione (chiamata semptimotium) che si svolge lungo la via sacra che comincia ad essere l'asse portante della città pubblica.
Rimaneva comunque la necessità di bonificare le aree malsane del territorio e a questo inconveniente posero rimedio i re etruschi, i quali, portando una tradizione antica, cominciano a bonificare creando delle vie di collegamento, in particolare il primo di questi re (Tarquinio Prisco) costruisce la famosa cloaca maxima, ovvero una grande conduttura che attraversando tutta la valle del foro che convogliava l’acqua dalle colline vicine attraverso il velabrum, direttamente nel Tevere. 
Con il n.5 "Domus Regis", con
n.17 il "Comitium"
Liberata la zona circa nel 600 a.C. si procede alla pavimentazione dell’area che poi diventerà il foro, mettendo in comunicazione i due luoghi più importanti nella vita pubblica di Roma che sono rappresentate dal Comitium e dalla Regia. Il comitium era il luogo nel quale si ci riuniva per tenere i comizi (dove i vari rappresentanti esponevano i loro problemi) ed accanto al comitium si trovava la Curia senatus, ovvero il luogo dove si riunivano i senatori (cioè dopo la discussione nel comitium i senatori si riunivano per deliberare); il luogo in cui si riunirono i senatori durante le varie epoche non cambierà, anche se il palazzo verrà più volte ricostruito, in questo momento la curia viene definita “curia ostile”. La regia invece è la sede del re, non intesa come luogo residenziale, ma è il luogo dove il re officiava le funzioni religiose essendo capo spirituale della comunità in quanto pontefice (continuerà ad essere abitata dell’imperatore in quanto anch’esso capo spirituale); la residenza del re si trovava su una collina proseguendo la via sacra sulla sinistra proseguendo dai fori.
Divisione di Roma in quattro regioni
con Servio Tullio
Già nel momento in cui viene fondata la cosiddetta Roma quadrata si avvertono in maniera molto evidente i problemi di vivibilità in quanto la popolazione che viveva all’esterno reclamavano il diritto di far parte della città (perché farne parte significava godere di privilegi piuttosto rilevanti), per questo Servio Tullio (secondo dei re etruschi) decide di risolvere il problema ampliando di gran lunga il circuito delle pomee creando delle mura vere e proprie, interrotte da porte da cui iniziano le vie per arrivare alla città; inoltre suddivide quest’area in quattro grandi regioni (che godono di una certa indipendenza 1. Succosana, con Subura, Esquionio ed il Celio, 2. Esquilina, con Oppio, Fugale e Cispio, 3. Collunia, con Viminale e Quirinale e 4. Palatino) e lascia libere altre parti considerandole come future aree di espansione, insieme all’Aventino, che è una zona portuale abitata da popolazioni orientali (principalmente siriane) che non volevano fare parte della città.

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